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Il governatore della Toscana Enrico Rossi ha dichiarato lo stato di emergenza per la crisi idrica che ha colpito la regione. La giunta ha incaricato un’apposita squadra di specialisti per presentare una lista di interventi straordinari, con l’obiettivo di limitare gli effetti della carenza di acqua nei fiumi e nelle riserve idriche. Il piano verrà poi presentato a Roma alla presidenza del Consiglio dei Ministri, a cui la Toscana ha già richiesto lo stato di emergenza nazionale.
Gli ultimi dati registrati hanno evidenziato una situazione allarmante se paragonata allo stesso periodo degli scorsi anni: da maggio in poi, nei punti di monitoraggio dei livelli idrometrici, i report mensili hanno mostrato una evidente diminuzione delle portate medie di fiumi e bacini in ciascuna sezione analizzata. Già da aprile i dati risultavano inferiori alla media degli scorsi anni.
A peggiorare il quadro, le previsioni: pare proprio che l’andamento estivo non sia tale da lasciar presagire una ricarica delle riserve di acqua.
I motivi di questa crisi sono principalmente due:
- temperature in rialzo: +1,1 gradi rispetto alla temperatura media rispetto al periodo climatico precedente; in rialzo anche la media delle massime (+1°)
. - deficit di pioggia del 50% rispetto agli ultimi 30 anni (periodo 1987-2016), che corrisponde a 50-60 millimetri di pioggia in meno
I fiumi toscani si stanno prosciugando. L’Arno è sempre più secco, sia a Firenze che a Subbiano, mentre il Serchio – come riportato dai dati divulgati dal Servizio Idrologico della Regione Toscana – ha perso negli ultimi 12 mesi tre quarti della sua portata.
In sintesi, il quadro delineato è piuttosto preoccupante. Tanto da spingere l’Autorità Idrica Toscana (AIT) a chiedere aiuto ai sindaci: l’acqua dovrà essere il più possibile razionata, con un giro di vite sugli sprechi. Ai primi cittadini dei comuni è stato ufficialmente richiesto di emettere specifiche ordinanze per limitare tutti gli usi di acqua non necessari. Dal lavaggio delle auto all’ innaffiamento dei giardini.
“Da mesi” ha detto in una nota Alessandro Mazzei, direttore generale dell’AIT, “stiamo monitorando il territorio toscano. Solo la dichiarazione dello stato di emergenza idropotabile può aiutarci ad attuare tutte le misure e gli interventi necessari per far fronte a un’estate che potrebbe rivelarsi tra le più secche e siccitose degli ultimi 20 anni”.
Mazzei ha insistito sulla collaborazione coi sindaci. Non lavare la propria automobile e non innaffiare il giardino di casa, come detto, ma anche limitare in orario notturno la pressione degli acquedotti per ridurre le perdite dalle tubazioni.
In Italia, i dati sullo sperpero di acqua sono allarmanti. Se ne spreca, in media, 385 litri per abitante, coi picchi più alti nelle grandi città, per colpa principalmente di stili di vita e abitudini errate, oltre che per una rete idrica antiquata e dispersiva.
Quando possibile, è bene fare ricorso a fonti di acqua potabile non provenienti dall’acquedotto civico. Per l’utilizzo negli uffici, è possibile dotarsi di boccioni acqua a Firenze e nelle altre città. Si tratta di una soluzione economica, comoda – un incaricato rifornisce l’azienda in automatico, prima che le scorte si esauriscano – e pratica, perché l’acqua utilizzata non proviene dalla riserva comunale ma da sorgenti certificate.
Il rispetto di tutte le ordinanze dei sindaci che regolano – e limitano – l’utilizzo di acqua sarà soggetto al controllo della polizia municipale. Per chi non rispetterà gli obblighi e i provvedimenti, multe da 25 a 500 euro.